IL TERRORISMO

Negli ultimi anni il termine terrorismo è stato sempre più accostato all’immagine di persone senza scrupoli che minano la pace e la stabilità di popoli e nazioni.

L’enciclopedia stessa definisce il terrorismo come “una forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni clamorose, violente e premeditate (attentati, omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, ecc.) ai danni di nazioni, governi, gruppi etnici o fedi religiose il cui scopo è la modifica (o la distruzione) dello status quo sfruttando i mass-media come cassa di risonanza”.

Non è difficile rendersi conto che la stessa metodologia può essere utilizzata dai governi stessi, o piu ragionevolmente da chi controlla lo scenario politico planetario, per attuare i propri scopi a danno della collettività senza che quest’ultima si renda realmente conto della situazione.

In altre parole, lo dice il termine stesso, terrorismo equivale a instillare nelle popolazioni quella paura necessaria perchè queste accettino determinati provvedimenti convinti che siano volti a salvaguardarla e che altrimenti non avrebbero mai accettato.

Questo modo di agire, concettualizzato dal filosofo tedesco Hegel, è stato ripreso e contestualizzato dallo scrittore britannico David Icke in determinati avvenimenti degli ultimi decenni.

Qualora si voglia raggiungere un determinato obiettivo che sarebbe contrastato dalla collettività occorre creare un problema il cui obiettivo prefissato sia la soluzione, in modo che sia accettato o addirittura richiesto dalla popolazine.

Nel mezzo di questa tecnica, nota come problema-reazione-soluzione, è bene interporre un nemico contro cui indirizzare l’odio comune (ricordate Goldstein, nel celebre libro di George Orwell?) ed ecco allora scaturire i vari Bin Laden e Saddam Hussein.



Uno dei risultati principali del terrorismo inteso in questo senso è stata la sempre maggiore richiesta di controllo da parte della popolazione, che potrebbe meglio definirsi come una sempre minore libertà individuale.


Lo scopo, spinto a livelli paradossali dai media, è di mantenere un costante stato di allerta, indipendentemente da quale sia la causa: ecco spuntare ovunque pandemie inesistenti la cui unica soluzione sono ambigui vaccini, attacchi terroristici ad opera di individui crudeli e persino brutti ed azioni di governi che lasciano presupporre una guerra imminente.


Qualche decina di anni fa, scenari del genere vennero messi nero su bianco sottoforma di romanzi ad opera di prestigiosi scrittori quali George Orwell ed Aldous Huxley. Volevano forse essere un avvertimento?