Come in ogni scenario distopico che si rispetti, sta prendendo forma nel nostro continente una polizia globale che prende il nome di European Gendarmerie Force (www.eurogendfor.eu) che ingloberà (per ora) sotto un solo vessillo la gendarmeria nazionale francese, i carabinieri italiani, la polizia militare dei paesi bassi, la guardia nazionale repubblicana portoghese, la gendarmeria rumena e la guardia nazionale spagnola.
Ovviamente tutto sta avvenendo nel più totale silenzio e con tutta probabilità la notizia sarà diffusa a giochi conclusi, quando le possibilità di impedire questa fusione saranno prossime allo zero.
Lo scopo, oltre a quello di rendere ancora più ferreo lo stato di controllo in cui ci troviamo, è di compiere un grande passo verso l’unificazione del continente e di conseguenza verso la realizzazione del nuovo ordine mondiale.
E’ fondamentale chiarire che pochi individui non sarebbero in grado di realizzare scenari distopici di questo calibro contando soltanto sulle proprie forze. Così come capi di stato non avrebbero facoltà di dichiarare guerre a chicchessia senza il supporto di milioni di persone pronte a seguire ciecamente i propri leader.
E’ dunque errato cercare le colpe (perchè di colpe si tratta) di tali misfatti soltanto nei leader nazionali o persino in chi impone le scelte in tali leader. Ciò che permette a queste subdole categorie di impositori di realizzare i propri scopi è l’immenso aiuto fornito loro da quelle persone che per una ragione o per l’altra entrano a far parte di organizzazioni militari e paramilitiari.
Queste persone, con la loro scelta, accettano di seguire ciecamente ordini provenienti dall’alto, senza facoltà di porsi domande o di intervenire nelle azioni in corso sfruttando la propria capacità critica, esattamente ciò che il sistema richiede. Forse per loro è piu semplice affidarsi a scelte altrui con la scusa che provengano da enti “benevoli” quali le istituzioni, piuttosto che assumersi il peso delle proprie responsabilità.
Ovviamente generalizzare non è corretto, ma nonostante questo si può affermare con certezza che gran parte di tali individui scelga questa strada sporca di colpevolezza per tre motivi fondamentali: i soldi che ne ricavano (magari da missioni all’estero), l’ignoranza che scaturisce dall’essere convinti di far rispettare il “nobile” ideale della legalità, ed il bisogno di potere che, una volta ottenuto, fa scaturire in loro un senso di superiorità nei confronti del civile. E’ proprio a causa di quest’ultimo fattore che hanno luogo quegli omicidi “di stato” in cui quasi sempre il finale ha un esito spropositato nei confronti della situazione iniziale.
E’ bene rendersi conto come negli ultimi anni sia stato abolito il sistema di leva obbligatorio, per far si che entrino nelle forze armate soltanto persone con obiettivi affini a quelli sopra citati. E’ dunque più produttivo, sotto questo punto di vista, dare vita ad eserciti i cui soldati ne prendono parte per scelta (benchè la scelta sia inculcata nella testa di tali persone premendo su argomenti quali il patriottismo) piuttosto che ad armate più numerose composte però da possibili disertori.
Lo stesso ragionamento è applicato ad operazioni interne agli stati, in cui il personale militare viene utilizzato (è proprio il caso di dirlo) per azioni di geoingegneria ai danni della collettività. Costoro, quando non sono consci della situazione e carichi di indifferenza, agiscono ignari del perchè lo facciano e, plausibilmente, delle conseguenze che le loro azioni comportano.
Viviamo in un mondo in cui si sbandiera l’ideale della pace da ottenere tramite la guerra, un mondo in cui nessuno si rende conto (o più plausibilmente finge di non farlo) che basterebbe abbassare le armi (o addirittura smettere di produrle) per realizzare la tanto ambita pace.
Il triste problema di fondo è che il reale obiettivo non è la pace. La guerra è infinitamente più produttiva, oltre che necessaria per l’instaurazione del nuovo ordine mondiale.