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August 18th, 2010 — spunti di riflessione
Come in ogni scenario distopico che si rispetti, sta prendendo forma nel nostro continente una polizia globale che prende il nome di European Gendarmerie Force (www.eurogendfor.eu) che ingloberà (per ora) sotto un solo vessillo la gendarmeria nazionale francese, i carabinieri italiani, la polizia militare dei paesi bassi, la guardia nazionale repubblicana portoghese, la gendarmeria rumena e la guardia nazionale spagnola.
Ovviamente tutto sta avvenendo nel più totale silenzio e con tutta probabilità la notizia sarà diffusa a giochi conclusi, quando le possibilità di impedire questa fusione saranno prossime allo zero.
Lo scopo, oltre a quello di rendere ancora più ferreo lo stato di controllo in cui ci troviamo, è di compiere un grande passo verso l’unificazione del continente e di conseguenza verso la realizzazione del nuovo ordine mondiale.
E’ fondamentale chiarire che pochi individui non sarebbero in grado di realizzare scenari distopici di questo calibro contando soltanto sulle proprie forze. Così come capi di stato non avrebbero facoltà di dichiarare guerre a chicchessia senza il supporto di milioni di persone pronte a seguire ciecamente i propri leader.
E’ dunque errato cercare le colpe (perchè di colpe si tratta) di tali misfatti soltanto nei leader nazionali o persino in chi impone le scelte in tali leader. Ciò che permette a queste subdole categorie di impositori di realizzare i propri scopi è l’immenso aiuto fornito loro da quelle persone che per una ragione o per l’altra entrano a far parte di organizzazioni militari e paramilitiari.
Queste persone, con la loro scelta, accettano di seguire ciecamente ordini provenienti dall’alto, senza facoltà di porsi domande o di intervenire nelle azioni in corso sfruttando la propria capacità critica, esattamente ciò che il sistema richiede. Forse per loro è piu semplice affidarsi a scelte altrui con la scusa che provengano da enti “benevoli” quali le istituzioni, piuttosto che assumersi il peso delle proprie responsabilità.
Ovviamente generalizzare non è corretto, ma nonostante questo si può affermare con certezza che gran parte di tali individui scelga questa strada sporca di colpevolezza per tre motivi fondamentali: i soldi che ne ricavano (magari da missioni all’estero), l’ignoranza che scaturisce dall’essere convinti di far rispettare il “nobile” ideale della legalità, ed il bisogno di potere che, una volta ottenuto, fa scaturire in loro un senso di superiorità nei confronti del civile. E’ proprio a causa di quest’ultimo fattore che hanno luogo quegli omicidi “di stato” in cui quasi sempre il finale ha un esito spropositato nei confronti della situazione iniziale.
E’ bene rendersi conto come negli ultimi anni sia stato abolito il sistema di leva obbligatorio, per far si che entrino nelle forze armate soltanto persone con obiettivi affini a quelli sopra citati. E’ dunque più produttivo, sotto questo punto di vista, dare vita ad eserciti i cui soldati ne prendono parte per scelta (benchè la scelta sia inculcata nella testa di tali persone premendo su argomenti quali il patriottismo) piuttosto che ad armate più numerose composte però da possibili disertori.
Lo stesso ragionamento è applicato ad operazioni interne agli stati, in cui il personale militare viene utilizzato (è proprio il caso di dirlo) per azioni di geoingegneria ai danni della collettività. Costoro, quando non sono consci della situazione e carichi di indifferenza, agiscono ignari del perchè lo facciano e, plausibilmente, delle conseguenze che le loro azioni comportano.
Viviamo in un mondo in cui si sbandiera l’ideale della pace da ottenere tramite la guerra, un mondo in cui nessuno si rende conto (o più plausibilmente finge di non farlo) che basterebbe abbassare le armi (o addirittura smettere di produrle) per realizzare la tanto ambita pace.
Il triste problema di fondo è che il reale obiettivo non è la pace. La guerra è infinitamente più produttiva, oltre che necessaria per l’instaurazione del nuovo ordine mondiale.
August 18th, 2010 — spunti di riflessione
Se da un lato, premendo sulla crescente ed indotta necessità di sicurezza, il controllo sulle nostre vite è sempre più spudortato, dall’altro è in atto una campagna di proporzioni globali per far si che la popolazione ignara non solo accetti che le proprie informazioni siano di pubblico dominio, ma trovi piacere nell’auto schedarsi.
Una volta consci del modus operandi degli occulti detentori del potere e sapendo che nessuno con un minimo di buonsenso accetterebbe di trascrivere i propri dati in un database senza l’aver commesso alcun reato, risulta chiaro che la miglior soluzione sia abituare la gente all’idea di avere un indirizzo web in cui trascrivere non solo le proprie informazioni, ma anche i propri gusti, le proprie esperienze e conoscenze.
Basti pensare che le nuove generazioni cresceranno in un mondo in cui i social network non saranno valutati come la novità del momento, bensì come la normalità.
Siti come facebook (per la vita privata) e linkedin (per il settore lavorativo) avranno sempre un maggior peso nella vita di ognuno, finchè quando sarà ritenuto opportuno diventeranno una presenza obbligatoria a cui nessuno potrà sottrarsi, un po’ come non ci si può sottrarre dall’avere dei documenti.
La cosa davvero triste è che quando tutto questo accadrà, in pochi opporranno resistenza, poichè la gran parte della popolazione sarà assuefatta all’utilizzo di tali procedure, e il fatto che siano o meno obbligatorie non avrà alcuna rilevanza.
La stessa tecnica è gia in atto per quanto riguarda l’utilizzo dei telefoni cellulari. Basta fermarsi a riflettere soltanto per qualche istante per rendersi conto che oramai ognuno è dotato di un proprio codice telefonico, collegato ad un apparecchio perennemente rintracciabile.
La stessa google ha da qualche tempo messo a disposizione un servizio per rendere i cellulari di chi “lo desidera” rintracciabili dai propri familiari via web. E’ la stessa identica procedura sopra descritta: rendere provvisoriamente un piacere quello che in futuro sarà un obbligo.
Bisogna sottolineare che questo scenario paradossale non dista anni luce dalla situazione attuale: le “autorità” sono già “legalmente” in grado di rintracciare qualsiasi dispositivo telefonico ovunque si trovi.
Se oggi si tratta ancora di una scelta, si può affermare con certezza che negli anni a venire tutto ciò sarà fatto d’obbligo. Non solo, con tutta probabilità le proprie informazioni e i propri spostamenti convoglieranno in un microchip sottocutaneo, che non svolgerà una funzione poi tanto diversa da un attuale telefono cellulare.
Microchip di questo stampo sono gia pubblicizzati da case produttrici quali la IBM e, di nuovo, sono presentati alla popolazione come oggetti di grande utilità sia per contenere informazioni riguardo la propria salute, sia per evitare inutili code al supermercato, in quanto dotati di informazioni riguardanti il proprio credito che verrebbe letto e detratto autonomamente da distopici scanner all’uscita del supermercato stesso. E’ dunque questo il futuro che ci aspetta? Microchip che svolgeranno la funzione di documenti, carte di credito e localizzatori?
Inoltre è utile sottolineare che la stragrande maggioranza delle caselle email appartengono a multinazionali quali Google e Yahoo che tecnicamente hanno facoltà di visionarne il contenuto. Non solo: nello spedire una email, vengono lasciate copie della stessa in numerosi server che possono essere intercettate da chiunque sia intenzionato a farlo.
Il consiglio è di utilizzare programmi in grado di criptare la vostra posta, di utilizzare servizi (autistici/inventati) che fanno della privacy il proprio cavallo di battaglia, lasciarsi alle spalle la telefonia mobile ed evitare di rendere di pubblico dominio le proprie informazioni così come di restare intrappolati nella gabbia dei social network invadendo la privacy altrui.
Perchè se per oggi è ancora una scelta domani sarà un obbligo, e soltanto il prenderne coscienza potrà impedirne la realizzazione.
August 17th, 2010 — spunti di riflessione
Negli ultimi anni il termine terrorismo è stato sempre più accostato all’immagine di persone senza scrupoli che minano la pace e la stabilità di popoli e nazioni.
L’enciclopedia stessa definisce il terrorismo come “una forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni clamorose, violente e premeditate (attentati, omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, ecc.) ai danni di nazioni, governi, gruppi etnici o fedi religiose il cui scopo è la modifica (o la distruzione) dello status quo sfruttando i mass-media come cassa di risonanza”.
Non è difficile rendersi conto che la stessa metodologia può essere utilizzata dai governi stessi, o piu ragionevolmente da chi controlla lo scenario politico planetario, per attuare i propri scopi a danno della collettività senza che quest’ultima si renda realmente conto della situazione.
In altre parole, lo dice il termine stesso, terrorismo equivale a instillare nelle popolazioni quella paura necessaria perchè queste accettino determinati provvedimenti convinti che siano volti a salvaguardarla e che altrimenti non avrebbero mai accettato.
Questo modo di agire, concettualizzato dal filosofo tedesco Hegel, è stato ripreso e contestualizzato dallo scrittore britannico David Icke in determinati avvenimenti degli ultimi decenni.
Qualora si voglia raggiungere un determinato obiettivo che sarebbe contrastato dalla collettività occorre creare un problema il cui obiettivo prefissato sia la soluzione, in modo che sia accettato o addirittura richiesto dalla popolazine.
Nel mezzo di questa tecnica, nota come problema-reazione-soluzione, è bene interporre un nemico contro cui indirizzare l’odio comune (ricordate Goldstein, nel celebre libro di George Orwell?) ed ecco allora scaturire i vari Bin Laden e Saddam Hussein.
Uno dei risultati principali del terrorismo inteso in questo senso è stata la sempre maggiore richiesta di controllo da parte della popolazione, che potrebbe meglio definirsi come una sempre minore libertà individuale.
Lo scopo, spinto a livelli paradossali dai media, è di mantenere un costante stato di allerta, indipendentemente da quale sia la causa: ecco spuntare ovunque pandemie inesistenti la cui unica soluzione sono ambigui vaccini, attacchi terroristici ad opera di individui crudeli e persino brutti ed azioni di governi che lasciano presupporre una guerra imminente.
Qualche decina di anni fa, scenari del genere vennero messi nero su bianco sottoforma di romanzi ad opera di prestigiosi scrittori quali George Orwell ed Aldous Huxley. Volevano forse essere un avvertimento?
August 16th, 2010 — spunti di riflessione
Il miglior modo per imporsi su una persona è quello di crescerla ed istruirla in modo da formare il suo pensiero. Realizzando questo concetto su scala globale si ottiene il sistema scolastico.
In un tempo come il nostro, in cui le persone contano sempre meno, a vantaggio della collettività, il sistema ha raggiunto dimensioni tali per cui le vite degli uomini sono volte alla crescita del sistema stesso.
Di conseguenza è in atto una paradossale competizione a chi si inserisce in maniera più conforme nella società, una gara fatta di studenti che, convinti della loro intelligenza, passano anni ad impegnarsi per diventare qualcuno, non avendo nemmeno il tempo necessario per riflettere sulle questioni realmente importanti dell’esistenza.
E quando si possono finalmente identificare in questo “qualcuno”, divenendo specialisti in determinati settori, la loro formazione accademica finisce con l’incrementare la superbia derivante dalle qualifiche ottenute, escludendo loro la possibilità di aprirsi a realtà alternative da quelle lette sui libri.
E’ ciò che il sistema richiede: automi specializzati che non si discostino dalle dottrine che il sistema stesso impone, coi quali è difficile instaurare dialoghi sui temi da loro studiati in quanto convinti di essere i massimi esperti su tali argomenti.
Ne è un chiaro esempio la storia che viene insegnata fin dalle scuole inferiori: una serie infinita di menzogne volte a giustificare il contesto politico e sociale attuale, una storia scritta non solo dai vincitori, ma anche da chi, dall’alto, ha sempre osservato gli scenari, manipolandoli.
Il risultato sono milioni di persone, istruite nel credere ad una versione storica fittizia che va ad interferire col proprio modo di pensare.
Si potrebbe continuare mettendo nero su bianco le menzogne della scienza indottrinata, della religione, della fisica, ma anche della filosofia.
La conseguenza è il mondo che ci troviamo ad affrontare ogni mattina al risveglio, un mondo a dir poco paradossale per quella che dovrebbe essere la libera natura umana.
August 16th, 2010 — spunti di riflessione
Altro efficace metodo per imporsi su una persona senza che questa ti si rivolti contro è trovare qualcuno che si interponga tra te e lei, in modo che sia questo individuo da te scelto ad imporre la tua volontà senza che tu corra il minimo rischio di essere smascherato.
E quando la persona soggiogata si rivolterà contro il suo aguzzino, la rapida soluzione sarà scegliere nuovamente qualcuno di tua fiducia da mettere al governo, finchè anche costui sarà col tempo rovesciato.
Questa è la descrizione della scena politica attuale: capi di stato, presidenti e ministri svolgono la funzione di servitori nei confronti di qualcuno che realmente governa e si nasconde dietro una serie interminabile di volti che si susseguono nei decenni.
Inutile, in periodo elettorale, presentarsi a votare tra due o più partiti apparentemente opposti quando entrambi fanno riferimento al medesimo dittatore , poichè il risultato sarà sempre ed inesorabilmente lo stesso.
L’altro scopo della politica, che spesso poco si differenzia dal gossip, è quello di indirizzare l’attenzione dello spettatore su temi che sembrano avere un rilievo a livello nazionale, ma altro non sono che una briciola nel contesto globale. In altre parole a qualcuno torna utile che il cittadino medio si concentri sulle determinate questioni che il sistema gli offre, mentre tralasci quei temi la cui riflessione creerebbe problemi agli scopi prefissi dai detentori del potere.
E’ opportuno segnalare all’interno della scena politica la presenza di gruppi di finti oppositori, insediati dai vertici stessi del sistema in modo da convogliare l’attenzione (di quei cittadini che si rendono conto della reale situazione) su determinati prestafaccia che guidino in maniera fittizia la lotta a questa innumerevole serie di inganni, quando in realtà sono al servizio dei vertici non meno dei vari leader di fazione.
Infine il ruolo fondamentale della politica consiste nel creare diversità di pensiero talmente accentuate, ma allo stesso tempo cosi simili da dividere la popolazione in vari blocchi che si combattano vicendevolmente in modo che le loro energie e speranze siano indirizzate soltanto verso un fine del tutto improduttivo.
August 16th, 2010 — spunti di riflessione
Per mantenere qualcuno nel perenne stato di necessità da cui derivano tutte le problematiche legate al lavoro, occorre instaurare un bisogno in questa persona, o addirittura inventare qualcosa che diventi indispensabile, in modo che ognuno sia costretto ad adeguarsi per ottenerlo.
E’ il caso del denaro, oggi sempre meno tangibile e sempre più virtuale e di conseguenza astratto. Basta fermarsi a riflettere per rendersi conto di quanto sia paradossale che persone e addirittura governi si trovino in situazioni disastrose, che spesso danno vita ad azioni criminali, a causa di qualcosa che in fin dei conti nemmeno esiste: una cifra che risulta all’interno di qualche computer in una banca.
Basta chiedere un prestito per trovarsi a doverlo risanare per decine di anni tramite l’unico modo “legale” possibile: il lavoro.
Occorre dunque utilizzare gran parte della propria giornata in attività forzate, per non vedersi sottrarre i propri beni, anche di prima necessità come una casa.
Tramite questa pratica non vengono manipolate soltanto le vite delle persone, ma anche le scelte dei governi, e di conseguenza occorre domandarsi chi siano i reali detentori del potere mondiale: i politici, che vengono illusoriamente scelti dai votanti, o i banchieri, che finanziano i governi per le loro attività.
Perchè bisogna sottolineare che nella gran parte degli stati mondiali le banche sono istituzioni private, e non statali come sarebbe logico pensare.
A tutto questo, che gia di per se risulta incredibile, si aggiungono tutte le questioni riguardanti la truffa del signoraggio (ovvero la differenza tra il valore intrinseco e quello nominale del denaro), tramite cui le banche guadagnano immense somme su denaro stampato per costi esigui e che mantiene gli stati in un debito impareggiabile nei confronti delle stesse.
Se lo scopo della collettività fosse salvaguardare il benessere di ognuno, e non l’arricchimento e il potere, si assisterebbe senz’altro ad un innalzamento del tenore di vita , oltre che ad un drastico calo della criminalità.
August 16th, 2010 — spunti di riflessione
Al tempo della schiavitù le persone erano sfruttate e costrette a lavorare per il padrone che, per mantenerne il sostentamento, offriva loro vitto e alloggio. Al giorno d’oggi la maggioranza della popolazione si trova a dover lavorare parecchie ore al giorno, e per gran parte dei giorni della settimana, in cambio di denaro, per garantire a se e alla propria famiglia il nutrimento ed un tetto sopra alla testa. Balza all’occhio che la differenza non è poi così abissale, e che forse la schiavitù non ha mai avuto fine come la “storia” ci insegna, ma si è addirittura intenificata coinvolgendo la quasi totalità della popolazione. Quello che cambia è la modalità in cui quest’obbligo viene perpetrato: se prima veniva utilizzata la violenza, oggi la schiavitù scaturisce dalla necessità. In altre parole, per soppravvivere è necessario sottomettersi.
I risultati sono due: in primo luogo le persone bruciano la gran parte della propria vita nello svolgere azioni e comportamenti che non dovrebbero appartenergli, in secondo luogo si viene privati del tempo che sarebbe altresì utilizzato nell’accrescere il proprio spirito tramite l’esperienza e la riflessione.
In altre parole non solo non si ha più il tempo per riflettere, perchè ingabbiati in un contesto/prigione che non dovrebbe appartenere a nessuna creatura vivente, ma non si ha nemmeno più il tempo per vivere, perchè in seguito ad ore ed ore di lavoro, il tempo “libero” deve per forza di cose essere rivolto al riposo.
Ma se nella società attuale esiste il tempo “libero”, come potrebbe essere definito il resto del tempo a disposizione?
Un’ altra grave conseguenza di questo sistema lavorativo è che ingloba la vita stessa delle persone, concentrando la loro attenzione su problemi facenti parte del lavoro stesso e distogliendole totalmente dagli scenari globali che stanno prendendo forma ad opera degli occulti detentori del potere.
In altre parole si riducono le persone ad affrontare problemi di minor rilevanza, impedendo alle stesse di inquadrare la situazione sociale e politica in un contesto più ampio, permettendo così a chi manipola le nostre sorti di agire indistrurbato.
August 16th, 2010 — spunti di riflessione
In epoche passate i media sono stati utilizzati per manipolare l’opinione pubblica, tramite la propaganda. Col rapido affermarsi dell’era globale non è piu la sola opinione pubblica ad essere indirizzata, ma addirittura il pensiero individuale.
Milioni di bambini crescono incollati a teleschermi, condizionati da programmi, studiati appositamente per agire sul pensiero, che andranno a formare le idee ed il carattere della persona. Ma non solo i bambini vengono plagiati, anzi, in egual misura continua l’indirizzamento degli adulti su determinate tematiche. E’ il caso della politica, su cui è opinione comune sia corretto prestare attenzione quando invece altro non si tratta che di un palcoscenico ben studiato per distrarre da quali siano i reali detentori del potere. E’ il caso del culto del denaro, perpetrato giorno dopo giorno nella mente delle persone tramite programmi con montepremi irraggiungiibili e che vengono abilmente spacciati per programmi culturali. Allo stesso modo il gossip, il calcio e le notizie di politica estera, volte a favorire l’idea di uno stato globale.
L’informazione è abilmente manomessa, omessa, o addirittura inventata al fine di suscitare nello spettatore i sentimenti richiesti per prepararlo a scenari imminenti nazionali o globali studiati a tavolino, oppure per giustificare azioni globali da parte dei (finti) governi.
Non solo: negli ultimi anni si è visto il sorgere di una finta opposizione al sistema su reti ufficiali, con lo scopo di catturare l’attenzione di quella piccola fetta di popolazione che si rende conto di quanto stia realmente accadendo al mondo.
Questo avviene perchè è senz’altro più comodo essere a capo di una finta opposizione piuttosto che doversi trovare a combatterne una seria e reale. I risultati sono principalmente due: una parte degli spettatori si trova a seguire personaggi che si presentano come oppositori del sistema quando in realtà sono collusi col sistema stesso, l’altra parte diviene scettica nei confronti delle piccole verità che vengono rivelate tramite i media ufficiali, poichè quasi sempre accostate ad argomenti fantascientifici, irreali e ridicoli.
Infine televisione e radio svolgono la subdola funzione di omologatori. Gli stessi gusti, le stesse idee in ognuno, in modo da renderci tutti uguali, tutti prevedibili, tutti zombie.